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Iodopofilassi a tavola: meglio il sale iodato o il sale integrale?

Questa domanda se la saranno fatta in molti, e la risposta è da ricercarsi nell’apporto di benefici. Oggi cercheremo di fare chiarezza e di fornirti tutto ciò che ti serve per scegliere quale dei due sali utilizzare. Scopriamoli quindi più da vicino.
Che cos’è il sale iodato
Il sale iodato è generalmente sale marino al quale, tramite specifiche lavorazioni, viene aggiunto lo iodio, elemento fondamentale per il benessere della nostra tiroide e del nostro organismo. Ma perché viene aggiunto? Non lo contiene già naturalmente?
Il sale marino contiene già iodio, ma in una quantità così infinitesimale che non è sufficiente per portare benefici al nostro organismo. Per questo motivo, i produttori di sale alimentare possono aggiungere iodato di potassio, in quantità stabilite per legge, al sale marino che diventa sale iodato. Questo aiuta a combattere la carenza di iodio che può portare ad un funzionamento non ottimo della nostra tiroide, con conseguenti problematiche (qui puoi scoprire qualcosa di più). E il sale integrale invece?
Che cos'è il sale integrale?
Il sale integrale nella maggior parte dei casi è sale marino che non subisce una fase di lavaggio con acqua, e per questo risulta di un colore giallo o grigiastro. Secondo alcune credenze, questo sale conterrebbe più iodio rispetto a quello normale, proprio perché non lavato.
Ma questo non è del tutto vero. Il sale integrale contiene sì iodio, ma la quantità è comunque molto bassa e queste tracce non aiutano in alcun modo a coprire il fabbisogno giornaliero di questo sostanza. Inoltre, non essendo lavato, rispetto al comune sale marino bianco, potrebbe contenere al suo interno alcune impurità.
Quindi, per la iodoprofilassi a tavola meglio il sale iodato o il sale integrale?
Secondo l’OMS e il Ministero della Salute italiano il sale da preferire, usato nelle giuste quantità, è quello iodato, in quanto non solo svolge la sua funzione di condimento ma previene le problematiche legate alla carenza di iodio, che in Italia ancora oggi colpiscono ben 6 milioni di persone.
E per una scelta ancora più azzeccata, c’è il nostro sale iodato protetto. In collaborazione con il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroalimentari dell’Università di Bologna, abbiamo sviluppato una tecnologia innovativa che consente allo iodio di fissarsi al sale senza disperdersi. Questo vuol dire che lo iodio presente in PRESAL® resiste sia al tempo sia alla cottura, contribuendo al raggiungimento del corretto fabbisogno giornaliero.